#4 /// E IL TOPO /// derattizzazione in corso ///
dal 14 aprile 2015
Milano, via del Caravaggio 14
E IL TOPO è arrivato. Di soppiatto. Si palesa non atteso, come gli è solito fare, annunciando ironicamente il proprio sterminio: derattizzazione in corso.
La sola presenza del topo genera allarmismi: notturno e incontrollabile, onnivoro e prolifico, tenace e resistente, sinantropo e potenzialmente impuro, è percepito come pericoloso. Odiato e perseguitato, seviziato come cavia è invece un essere socievole con i suoi simili, intelligente e scaltro ma sfuggente al controllo e dunque trasgressivo.
E IL TOPO, nomen omen, possiede le stesse caratteristiche, quindi ed è potenzialmente temibile perché anticonformista e irriducibile. Uno e molteplice, transgenerazionale e portatore di un’attitudine libertaria, a volte sottilmente polemica, non conosce ruoli definiti né stili personali, si adatta alle situazioni, è autonomo e indipendente. Impossibile da etichettare: E IL TOPO è un modello di sovversione estetica che propone un forte nesso tra immaginazione e utopia.
Non c’è un’intenzione programmaticamente politica: è il modus operandi a esserlo così come la tensione verso una prassi di creatività collettiva e diffusa, alternativa alle consuetudini e alla spettacolarizzazione con un alto potenziale dissacratorio e vitalistico che intenzionalmente induce all’affrancamento dall’abitudine, dagli stereotipi in favore della più ampia libertà di azione e di pensiero.
La logica del paradosso e il suo potenziale distruttivo solo fondamentali così come l’utilizzo di materiali preesistenti, con il conseguente assottigliarsi del confine tra l’originale e la copia e la progressiva eliminazione dell’autorialità individuale. I Topisti sono un gruppo fluido, che si riunisce per specifici progetti, spesso coinvolgendo solo alcuni membri che lavorano senza gerarchie interne e senza rivendicazioni. Gli interventi si collocano in una dimensione liminare tra arte e vita, caratterizzati da una costante volontà di sottrazione che li rende atipici ed enigmatici, quasi sospetti in un sistema – quello dell’arte – dove la sovraesposizione mediatica e la chiara riconoscibilità e i protagonismo sono largamente diffusi.
Ed è questa indocilità permanente unita alla volontà di sottrarsi a ogni definizione che rende E IL TOPO invulnerabile e immortale. Ha più vite e si moltiplica velocemente: nascono nuove generazioni non geneticamente modificate che, fedeli la linea tracciata, si adeguano ai tempi.
E IL TOPO compare, senza regole né regolarità, sotto spoglie diverse e in vari luoghi: nelle pagine dell’omonima artfanzine, nelle riviste, nei musei, negli spazi no profit e nelle strade. Sa mimetizzarsi, scegliendo beffardamente – e non a caso – il suo opposto come logo: due cani, che si annusano, docili, domestici e rassicuranti – in passato erano utilizzati nelle pratiche di disinfestazione murina – quasi a sottolineare che le apparenze ingannano e bisogna diffidare sempre restando all’erta.
Infatti E IL TOPO si manifesta, all’improvviso e quasi viralmente: a Milano si segnala la sua presenza lo scorso anno – aprile del 2014 – in via Bagnera, dietro via Torino, luogo tristemente noto per i molteplici omicidi lì compiuti dal serial killer meneghino Antonio Boggia. Lì i Topisti dopo aver fotografato i graffiti che ne ricoprivano i muri li hanno sostituiti di soppiatto con delle fedelissime riproduzioni ma virate in toni di grigio. L’iconografia non è mutata ma si è contaminata con il colore del topo, un segno indelebile ma inconfondibile d’infezione creativa. E ricompaiono dopo un anno, in modo più appariscente, nell’insegna luminosa di Nowhere Gallery, evocando la loro presenza per contrappasso. La scritta, addolcita dall’uso del colore rosa, annuncia di fatto un’infestazione – quasi scampato pericolo – che forse non mancherà di destare allarmismi in quartiere. Ma da sempre E IL TOPO destabilizza: può essere ovunque, forse anche tra noi...
Rossella Moratto
Gallerialanotte
Via del Caravaggio 14, Milano
http://www.nowhere-gallery.com/lanotte/